Saturday, June 14, 2008

Leon Gieco - De Igual a Igual

Hola Compressonauti,
este video es genial...
de verdad es muy precioso...
que tiene un significado especial para mi....
video que aborda la problemática de los inmigrantes
verdadero emblema de la lucha por la igualdad.

saludos

Wednesday, June 11, 2008

Democrazia partecipativa.

Cari Compressonauti,

come annunciato in precedenza in questo blog ci saranno diversi cambiamenti.

Uno di questi è la scoperta di Tamara S. giovane laureata in Scienze politiche particolarmente interessata alla tematica delle pari opportunità, ma in realtà non ve la devo presentare perché lo farà lei stessa con i fatti.


di Tamara S.


Italia, democrazia paritaria?

Oggi, di fronte agli incontestabili miglioramenti delle condizioni di vita delle donne, si tende a considerare ormai superata la questione dell’uguaglianza tra i sessi. In realtà, nonostante gli indubbi successi nella crescita della presenza femminile nell’istruzione, nel lavoro e nella vita culturale, considerando la presenza delle donne nelle sedi di prese di decisioni economica e politica, ci si rende conto che l’uguaglianza di fatto tra uomini e donne è ben lontana dall’essere acquisita. Infatti, in tutti i settori lavorativi gli uomini tendono ad occupare le posizioni di maggior potere e status; nelle organizzazioni, i vertici aziendali e i dirigenti sono perlopiù uomini.

Anche nelle le istituzioni politiche il numero di donne è costantemente inferiore a quello degli uomini, si è pertanto lontani dal raggiungimento di una vera e propria “democrazia paritaria”. Un concetto, quest'ultimo, che implica la rimozione di tutti quegli squilibri fra i sessi, e in modo particolare nell’accesso alle cariche elettive, affinché sia attuata la parità tra uomini e donne nelle assemblee rappresentative, che costituiscono il cuore della democrazia.

In Italia, le donne elette nelle ultime elezioni politiche continuano ad essere un'esigua minoranza, anche se rispetto alle ultime elezione c'è stato un piccolo miglioramento le donne che siedono nei seggi della Camera sono 133, ossia il 21,1 % del totale. Al Senato, invece, le donne elette sono 55, il 17,4 % del totale.

L'Italia, secondo l'Inter-Parliamentary Union passerebbe così dal 67° al 50° posto nella classifica mondiale per presenza di donne in parlamento. Nel 2006, infatti, le elette erano state 109 a Montecitorio (il 17,3 per cento) e 45 a Palazzo Madama (il 14 per cento). La crescita, insomma, è stata minima.

Se rapportata alle equivalenti rappresentanze nazionali comunitarie la quota di deputate elette in Italia alla Camera dei deputati si colloca ampiamente al di sotto delle percentuali dei paesi nordici.

Tra i sistemi politici bicamerali anche in Germania e nel Regno Unito si rilevano quote di rappresentanza femminile superiori a quelle italiane in entrambe le assemblee, in Francia solo alla Camera bassa la quota femminile (12,2%) è inferiore a quella italiana, mentre al Senato l'indicatore supera di 3 punti percentuali quello nazionale. Se le elette italiane al parlamento europeo (19,2%) sono superiori alla media delle elette alle camere nazionali, il divario rispetto agli altri paesi non muta (media Ue 30,3%). Solo Cipro e Malta (entrambe senza rappresentanza femminile) e la Polonia registrano "quote rosa" inferiori a quelle delle elette italiane. La Svezia si attesta al 57,9% di donne elette mentre Paesi Bassi, Danimarca, Slovenia, Francia e Lussemburgo presentano percentuali più alte rispetto a quelle italiane di circa 10 punti.

Il confronto con la Spagna spesso paragonata all'Italia, comporta per noi l'ennesima brutta figura. Nel paese di Zapatero la percentuale uomini-donne è al 45 per cento, molto vicina alla parità. Da noi è al 35 per cento. L'Europa nelle sue democrazie più avanzate ha già espresso tentativi di cambiamento forti, basti pensare al premierato di Angela Merker e alla candidatura di Segolène Royal per la corsa all'Eliseo. Un paese come l'Ucraina esprime un premier, Yulia Timoshenko, donna che ha ottenuto la propria elezione, sconfiggendo i tentativi di boicottaggio effettuati nei suoi confronti.

Se poi diamo uno sguardo a quel che succede nel resto del mondo, non possiamo non fermarci e riflettere che sul fatto che la democrazia italiana, definita “rappresentativa”, soffre di una grave patologia. Infatti, mentre mentre negli Stati Uniti, si è combattuta una affascinante battaglia nelle primarie fra due candidati democratici alla Presidenza che sono icone dell'espressione di una rinnovata rappresentanza (Hillary Clinton, prima donna, e Barak Obama, primo afroamericano), come pure nel Sudamerica si incontrano presidenti donne in Cile e Argentina, in Italia, invece, la possibilità di avere una “donna Presidente” non si è ancora verificata, e anche la presenza delle donne nelle liste elettorali continua ad essere modesta.

Nel Parlamento italiano continuano ad esserci più uomini perché i partiti hanno scelto razionalmente di non fare eleggere le donne, basta, infatti, dare uno sguardo alla composizione delle liste elettorali. Inoltre, con una legge elettorale, come la nostra, che non consente il voto di preferenza, le donne vengono solitamente collocate nelle posizioni in cui difficilmente hanno possibilità di essere elette. E' dunque una scelta politica, perché la politica in Italia continua da esse “fatta” dagli uomini.

Siamo ben lontani, pertanto, da una rappresentanza egualitaria, è necessario un cambiamento un vero e proprio rinnovamento a partire dai partiti politici che usano spesso e facilmente l'espressione “democrazia paritaria” e parità nel corso delle campagne elettorali ma che nei fatti continuano ad essere lontani dall'innovazione, dal cambiamento e da una reale inclusione delle donne nella vita politica.

Aumentare le presenze delle donne è sicuramente un passo irrinunciabile per un paese che vuole dotarsi di istituzioni più rappresentative, allineate alle principali democrazie europee.

Per colmare la sotto rappresentanza delle donne, è necessario mettere in moto un meccanismo che permetta un reale accesso al sistema di decisione politica. Bisogna fare in modo che anche alle donne venga dato effettivamente, e non solo sulla carta, il diritto ad avere uguali opportunità di essere messa in grado di agire all'interno delle istituzioni sociali e politiche.

Parlare di democrazia paritaria significa, quindi rinnovare il pensiero politico che deve porre in primo piano la condivisione dello spazio pubblico fra i due generi: non può esistere una democrazia partecipativa se non si introduce la prospettiva della cooperazione fra uomini e donne nella costruzione delle istituzioni della democrazia.


Friday, June 06, 2008

mezze chiaviche anonime...

miei cari compressonauti,
vi segnalo codesto video preso paro paro

dal blog di mala...pirosicando
il primo passo per risolvere il problema è l'ammissione...in questo caso parziale...ma è pur sempre un inizio, non è colpa sua....






Sunday, June 01, 2008

mezza calzetta affumicata

Carissimi Compressonauti,
lo so, un nome neanche tanto originale per chiamarVi, mi piace (presuntuosa!) pensare che a leggere queste mie e varie copia/incolla stronzate ci siano almeno due persone ed un cane.
Ho finalmente deciso, quindi, di dare un po' del mio tempo a questo blog che ultimamente ha vissuto di notizie raccattate qua e là nei suoi vari copia/incolla e pubblica, una faticaccia ...eh
Dopo due anni ho finalmente visto "la luce" : ho scoperto che è molto facile imbattersi in un essere umano qualunque e non riconoscerne subito la mediocrità...per me è stato altrettanto semplice credere ( perché forse era necessario per il momento temporale a cui mi riferisco) che quest'entità inutile fosse diversa, fuori dalle righe...ma la vera natura delle persone prima o poi fa capolino anche quando questi sono ottimi venditori di fumo, capacissimi di reclamizzare il prodotto "me stesso"...ebbene non ho ancora metabolizzato a fondo il tutto di niente a cui mi riferisco ma credo di poter superare questa "non scoperta "senza troppi sforzi.


Ci sono Altri giorni, Altre situazioni,
Altri dolori ed Altre gioie
Quanto vale la vita di un uomo?
Sporadicamente ti rendi conto di essere fortunato/a ad avere compagni di viaggio di levatura non comune.
Conosco un EROE e sono felice di poter dire
conosco.

compressione diretta... si cambia!!!

Dumas: La vida es fascinante: sólo hay que mirarla a través de las gafas correctas.
La vita è bella ( affascinante) devi soltanto vederla con gli occhiali giusti.

Bourget: Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare come si è vissuto.

Barrico:
Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde

con queste frasi celebri voglio inaugurare la nuova fase di compressione diretta;
ho deciso che questo blog deve cambiare radicalmente e nei prossimi giorni vedrete come e perché.....

Thursday, May 22, 2008

Travagli...

Grazie Gisella!!!!!!

Da La Stampa
Claudio Sabelli Fioretti
L’ultima fatica di Claudio Sabelli Fioretti è una lunga intervista a Marco Travaglio il libro “Il Rompiballe”, edito da Alioberti – Pubblichiamo alcuni stralci.

Gad Lerner ha scritto: «Non c’è travaglio in Travaglio. Non conosce il dolore del mondo. Tutti colpevoli allo stesso modo, tutti impuniti».
«Quando lessi quell’articolo non mi piacque per niente. Pensai che era una critica ingiusta. Si riferiva alla mia posizione sull’indulto, come se io fossi un feroce sadico che vuol tenere la gente dentro (...)».

Però è vero che le carceri sono sovraffollate e che la vita là dentro è un inferno.
«Del sovraffollamento delle carceri non frega niente a nessuno. Tanto è vero che oggi sono sovraffollate esattamente come due anni fa, ma non se ne parla più. Perché? Perché Previti l’ha fatta franca».

Se ti offrissero la direzione del Tg1, accetteresti?
«Certo con lo spirito con cui parteciperei a Porta a Porta. Lo farei per un giorno e quel giorno godrei. Sapendo che è il primo e l’ultimo».

Mi sa che non te lo offrono il Tg1.
«Farei un Tg1 in cui racconterei tutto insieme, in una botta sola, quello che non è stato raccontato negli ultimi dieci anni».

Ti portano via con la camicia di forza.
«La stessa cosa farei a Porta a Porta se Vespa avesse il coraggio di invitarmi».

LA CONDANNA

Quando tu e Beppe Grillo fate la lista degli indagati e dei condannati presenti in Parlamento, subito ti fanno notare che anche tu sei condannato, in una causa contro Previti.
«Ho perso una causa civile, ma non ho commesso reati. Perdere una causa civile non vuol dire essere un pregiudicato (...)».

Non tutti i reati sono uguali.
«Ma è ovvio. Quando mi dicono che anche io sono stato condannato la mia risposta è: non è vero, ho perso una causa».

POLITICA
Mario Giordano dice che non è vero che tu sei un discepolo di Montanelli. Dice che eri berlusconiano.
«Io non mi sono mai considerato discepolo di Montanelli (...)».

Ma tu eri berlusconiano?
«Balle spaziali. Ho sempre votato contro Berlusconi».

Lo ha scritto anche Giancarlo Perna. Parla di quando Berlusconi era imprenditore.
«Ma non esistevano berlusconiani all’epoca (...). Perna pensa che io mi sia buttato a sinistra. Mentre io sono anticomunista oggi come lo ero allora. Però non c’è più il comunismo, e quindi non mi sembra il caso di perdere tempo. Sarebbe come schierarsi contro i cartaginesi».

Ci sono i Ds, figli ed eredi del comunismo...
«E sono molto molto molto peggio di certi ex democristiani. Io preferisco cento Prodi, mille Rosy Bindi, duemila Scalfaro a tutti gli ex comunisti riverniciati. I danni che hanno fatto D’Alema e Veltroni sono incalcolabili. Se abbiamo Berlusconi è grazie a loro e alla loro finta opposizione che ha rivitalizzato e resuscitato il Cavaliere».

È vero che preferisci la messa in latino?
«Continuo a pensare che sia molto più bella la messa in latino di quella in italiano, continuo a pensare che il gregoriano sia molto più bello delle chitarre».

Sei proprio di destra!
«Se non fosse Berlusconi il capo della destra, io starei lì! In Francia voterei a occhi chiusi per uno Chirac, un Villepin. Per Sarkozy no perché è un tamarro. In Germania voterei Merkel sicuro. Mi piacevano molto Reagan e la Thatcher».

Ma perché se sei di destra, i girotondini ti amano tanto?
«Perché la mia destra non esiste. È immaginaria. È la destra liberale. Cavour, Einaudi, De Gasperi, Montanelli. Tutti morti».

Facci si considera un Travaglio di destra.
«Il Travaglio di destra c’è già, sono io. Lui non è nè Travaglio, nè di destra. È un berluscraxiano. Uno dei tanti».

IPOLITICI
Veltroni non ha mai nominato Berlusconi in campagna elettorale.
«Può essere una strategia comunicativa interessante (...) ma non nominare Berlusconi non deve voler dire non parlare mai di Berlusconi e dei danni che ha fatto e che farà (...)».

C’è qualcuno di destra che ti piace?
«Giorgia Meloni è fantastica, bravissima è una ragazza veramente splendida. Impegnata, entusiasta, competente. Angela Napoli ha fatto tutta la battaglia anti’ndrangheta in Calabria. Tabacci non è impresentabile. Maroni è stato un discreto ministro. Ma di Forza Italia non riesco a trovare nessuno decente. Forse questa Lorenzin, la biondina coordinatrice a Roma, ecco...».

E dei giornalisti?
«Alla fine il meglio, o il meno peggio, è Belpietro. Perché in fondo è un giornalista. Quando dirigeva “il Giornale” ci metteva le notizie. Adesso “il Giornale” di Giordano sembra Topolino».

Cosa pensi di Bossi?
«Mi mette tristezza quando penso a che cos’era la Lega dei tempi d’oro. Io nel 1996 l’avevo pure votata».

Hai votato Lega?
«Sai come fanno le ragazze che vengono mollate dal fidanzato e dicono: “La do al primo che passa”? Io avevo detto: “il primo che fa cadere Berlusconi lo voto”(...)».

Mi immagino un giorno Berlusconi che pranza con D’Alema. Cominciano a parlare di te e si divertono come matti!
«Mi odia di più D’Alema. L’unica volta che Berlusconi ha parlato di me in pubblico, ha detto che io ero “un animale a sè stante”. Per me è un complimento. Secondo lui no, perché un animale a sè stante per lui è veramente una brutta bestia. Ma a me piace. Vuol dire cane sciolto. Mi sta bene».

Berlusconi sarà il prossimo presidente della Repubblica?
«Prospettiva agghiacciante. E ridicola, anche (...)».

Chi ti piacerebbe al Quirinale?
«Se non fosse troppo anziano quando si voterà la prossima volta, Giovanni Sartori. O altrimenti Prodi. O Gustavo Zagrebelsky. O Giovanni Bazoli»

Sunday, May 18, 2008

Pirosondo Rosso







Ringrazio Mala, Gisella, Rat per il fondamentale contributo
saluto tutte le pirosichiane vagabonde
sempre dovunque comunque Pirosicando Piroso
Buon divertimento

Friday, May 02, 2008

copio/incollo Da Repubblica

reppubblica.it

Il peer to peer "ruba" i redditi on line
I dati fiscali sono rimasti in Rete

Malgrado lo stop, le dichiarazioni dei redditi pubblicate per alcune ore dal ministero
rimarranno su internet: trovarli su e-Mule, o su altri siti, è facilissimo
DI ALESSANDRO LONGO

ROMA - Internet si è già appropriata, probabilmente per sempre, dei dati dei redditi 2005 degli italiani: c'è chi di buonora, ieri, ha copiato i file (in formato testo) e li ha messi su reti peer to peer raggiungibili con il programma eMule. Tutti potranno scaricarli da lì. Altri li hanno messi su siti come Rapidshare e poi hanno pubblicato i link sui propri blog.

Adesso sarà molto difficile, se non impossibile, bloccare l'emorragia dei dati personali.

Trovarli su eMule è facilissimo: basta digitare il codice fiscale della città, per esempio H501 per Roma. Oppure "p-2005" per avere numerose città. Quelle principali si trovano sparse tra diversi file. Qualcuno ha però già cominciato a renderli più comodi da consultare, mettendo per esempio Roma in un file unico, in formato tabella. Si scopre così che il più ricco di Roma (almeno secondo il fisco) è Giancarlo Giglio, classe 1941, 13,556 milioni di euro di reddito imponibile. Poi, Massimiliano Zucchi (13,044 milioni). Francesco Totti è al terzo posto, con 10,085 milioni di euro. Ed è anche il più ricco tra quelli con meno di 40 anni. C'è un calciatore di 29 anni che dichiara 4,725 milioni: Jonathan Jacques Guy Zebina. Più di Antonio Cassano, 4,550 milioni. Difficile trovare un giovane ricco non calciatore, a Roma: a 1,6 milioni c'è Alessia Marcuzzi (35 anni), per dire. E anche questo è un po' specchio dell'Italia.

La dice lunga questo rapido proliferare delle dichiarazioni dei redditi, sul peer to peer. Avviene - ricordiamolo - grazie a comuni utenti che scelgono di condividere i file, contribuendo così a diffondere i dati dei redditi propri e altrui.
Sembra insomma che molti utenti abbiano apprezzato la mossa dell'Agenzia delle Entrate (vedi sondaggio di Repubblica.it). A differenza di quanto avviene in altre platee, sono del resto tanti i blog che prendono le difese di Vincenzo Visco: "poche ore di trasparenza e civiltà, in un Paese di omertosi e mafiosi", dice per esempio Doxaliber.it La tesi di alcuni è infatti che, con i redditi resi pubblici, sarebbe stato più facile combattere l'evasione.

Gli italiani che vivono nei Paesi scandinavi dicono che lì è normale, che in Finlandia basta un sms per conoscere il reddito del vicino. È nato anche un blog tutto dedicato al tema, Redditodelvicino.com: ci sono numerosi sondaggi e, su 385 votanti, il 60 per cento si dice d'accordo con l'Agenzia delle Entrate.

Beppe Grillo, com'è noto, ha usato invece il proprio blog per attaccare Visco e Padoa Schioppa, con un post dal titolo "La colonna infame". Molti dei commentatori di quel post però ora cominciano a chiedersi come giudicare il fatto che l'idolo dei precari guadagni 4 milioni di euro l'anno. E che sia contrario, in questo caso, alla trasparenza della Rete.

Rabbia e Vergogna...
1) questo nostro paese non è la Finlandia...ma Italia-nissima aumma aumma...
2) da come son stati inseriti i dati chiunque può farne uso alla faccia della privacy e della sicurezza...
3) con un sms ( in Filandia) si può risalire a chi ha fatto tale richiesta ed eventualmente chiedere spiegazioni...
4) Scoraggiare chi? Chi presenta la propria dichiarazione dei redditi che paga le tasse e non viene tutelato dal proprio "Governo e dalle proprie Istituzioni?"
5)quale sarebbe stato il prossimo passo fare le liste dei sieropositivi oppure quella delle persone in procinto di lasciare questo mondo perché malati terminali?
6)Questi dati rimarranno in rete... io come cittadina italiana mi sento offesa per l'operato di Visco;
Ingannata da una sinistra che ho sostenuto con forza;
I miei dati sono in mano di chissà chi e per scopi che non conosco...
7) il 60% dei lettori di Repubblica.it condivide l'operato Visco...ne riparliamo fra qualche anno...tutto ciò che è stato pubblicato in chiaro rimarrà in rete forse per sempre...ricordatevi di questo giorno, quando per un qualsiasi motivo vi verrà fatto presente il vostro reddito del 2005..e negata la possibilità di percepire un contributo magari per vostro figlio...non oso immaginare l'umiliazione, la consapevolezza di aver ricevuto una violenza...quel giorno forse comprenderete( ed io con voi) la gravità di tale azione.






Sunday, March 09, 2008

^Zapatero ^

In Spagna Zapatero c'è!!!!

In Spagna ha vinto il coraggio, la voglia di cambiare, di crescere, di progredire.
In Spagna ha vinto Zapatero.
Non ha convinto la bambina di Rajoy...




Saturday, February 16, 2008

Tendallegra,... sei tutti noi!!!


questo santino lo beccato sul blog di tendallegra...è un bellissimo blog
cliccare per credere!!!!!

Tendallegra

dal mitico Gennaro Carotenuto: copio/incollo

Il PSOE è ancora avanti a quattro settimane dalle politiche del 9 marzo in Spagna. Ma il vantaggio sul PP adesso è un sospiro, appena poco più di un punto percentuale, che potrebbe valere un vantaggio italiano di appena un seggio in parlamento. Ciò secondo l’inchiesta resa nota poco fa dal CIS. L’aspettativa di voto vede il PSOE con il 40.2% dei voti (-2.5% rispetto al 2004, tallonato dal PP al 38.7% (+1%). Seguono i piccoli, Izquierda Unida, i catalanisti moderati e repubblicani, i nazionalisti baschi e gli altri, tutti con spostamenti minimi. Dove, sempre secondo il CIS, continua a farsi preferire il PSOE è nel capo del governo, José Luís Rodríguez Zapatero, che si fa largamente preferire al suo rivale di destra, Mariano Rajoy. Il voto medio assegnato a Zapatero è 5,36 ma il suo rivale si ferma a 3.95 punti.

Giornalismo partecipativo


Chi è Gennaro Carotenuto:
Gennaro Carotenuto insegna Storia del Giornalismo e Storia Contemporanea presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Macerata. Studioso di politica internazionale, dei regimi dittatoriali e di storia contemporanea dell’America Latina, insegna anche Geopolitica e Storia Orale e presso la SSIS della stessa università, oltre ad essere professore invitato presso l’Università di Montevideo, Uruguay. E’ laureato in storia presso l’Università di Pisa e dottore di ricerca a Valencia, Spagna.

Giornalista pubblicista, dal 1998 collabora con programmi di Radio3Rai, con il quotidiano La Stampa, e il trimestrale Latinoamerica dove scrive dal 1992. Nel ’96 ha lavorato presso la redazione centrale del quotidiano El País di Madrid. Dal ‘97 scrive ed è socio della cooperativa editoriale del settimanale uruguayano Brecha e scrive come analista internazionale per periodici tra i quali La Jornada di Città del Messico. Nel 2005 ha pubblicato Franco e Mussolini, la guerra vista dal Mediterraneo, Sperling&Kupfer, Milano e nel 2007 ha curato il volume Storia e comunicazione. Un rapporto in evoluzione, EUM.



Wednesday, February 13, 2008

modificando il blog....

In qualità di: amministratrice unica del blog dichiaro che urge ridimensionamento di codesto spazio quindi questo verrà opportunamente modificato
Cordiali Saluti
e anche di meno.